Tasse sulla casa: cosa cambia con la riforma del catasto
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Tasse sulla casa, come influisce la riforma del catasto?
È questa la domanda ricorrente che viene posta dai proprietari immobiliari e da chi intende acquistare casa. Chiariamo subito che lo scopo della legge delega non è quello di aumentare la tassazione sugli immobili, come afferma il Premier Draghi nella conferenza del 9 marzo 2022.
Il cambiamento che avviene con la riforma serve principalmente a trovare i cosiddetti “immobili fantasma”. Inoltre, a partire dal 2026, insieme alla rendita catastale comparirà la dicitura di rendita attualizzata in cui si definisce il valore di mercato aggiornato dell’immobile.
Revisione sistema catastale, quali sono gli effetti diretti sui contribuenti
La riforma non porta ad aumenti delle tasse sulla casa per i contribuenti, lo ha dichiarato il Presidente del Consiglio, lo scopo è quello di “rafforzare il contrasto alle irregolarità e agli abusi”.
Quali saranno allora i cambiamenti che apporterà e perché è stata fatta la riforma? I cambiamenti effettuati nel regolamento che riguarda gli immobili e il catasto, serve a rilevare abusi edilizi e far venire alla luce tutti gli edifici che attualmente non risultano registrati al catasto.
Una vera e propria caccia agli immobili fantasma che dovranno essere verificati e, se in regola, registrati all’ufficio competente pagando poi regolarmente le imposte.
La riforma del catasto sarà messa in atto dal 1 gennaio 2026 e prevede anche un aggiornamento del valore patrimoniale di ciascun immobile regolare oltre a un ricalcolo della rendita che si basa sul valore di mercato. È importante anche sapere che questi parametri di aggiornamento non andranno a influire sulla tassa della prima casa.
Il Premier Draghi durante il Question Time del 9 marzo 2022 ha dichiarato che la riforma: “punta a rafforzare il contrasto alle irregolarità e agli abusi, e a modernizzare gli strumenti di individuazione e controllo delle consistenze di terreni e fabbricati.” Si può definire “un’operazione trasparenza” che ha l’obiettivo di rinnovare un sistema catastale che risale al 1939.
Cosa cambierà per i proprietari immobiliari dal 2026?
La riforma agisce su due fattori: regolarizzazione delle classature degli immobili già registrati al catasto regolarmente e l’individuazione di abusi edilizi e immobili fantasma
In primis viene posta l’attenzione sugli strumenti che l’Agenzia delle Entrate e gli uffici catastali comunali hanno per individuare le nuove costruzioni e quelle vecchie ma non registrate, è necessario effettuare velocemente un censimento degli immobili e provvedere a classificarli nelle giuste categorie.
Sono previsti, quindi, aggiornamenti anche riguardo i modelli organizzativi che devono sostituire i vecchi per una maggiore praticità di utilizzo con telematico dei dati e dei documenti. Questo consente una condivisione tra le Pubbliche Amministrazioni e una più facile gestione.
La riforma, quindi è concentrata sulla messa in regola e l’eliminazione o regolarizzazione di eventuali abusi. Quindi un grande lavoro di mappatura immobiliare che può portare a una maggiorazione sulle tasse sulla casa nel momento in cui la classe aggiornata venga modificata insieme alla rendita dell’immobile. Gli edifici che risulteranno già regolarmente accatastati nella giusta categoria e con un valore adeguato, non subiranno impatti fiscali.
Per quanto riguarda gli immobili o i terreni che non sono regolarmente segnalati e registrati all’ufficio competente, quindi abusivi e soggetti a evasione fiscale da parte del proprietario, si provvederà alla regolarizzazione ove possibile. Inoltre si calcolerà il pagamento di IMU e TARI dovuti e da saldare.
Come saranno utilizzate le nuove rendite catastali aggiornate?
“L’introduzione dell’ICI, l’introduzione dell’IMU, l’abolizione dell’ICI, l’introduzione della TASI, l’abolizione della TASI, sono state fatte sempre su valori inesistenti, su valori che non hanno senso, su valori di 33 anni fa. Allora questa procedura di applicare un coefficiente fisso su valori che non hanno senso per produrre numeri che non hanno senso deve finire, vogliamo trasparenza.”
Queste sono le parole spese presso la Camera del Consiglio durante la conferenza tenuta dal Premier Mario Draghi, che ribadisce più volte che l’obiettivo della riforma è scovare chi non è regolare e quindi non paga le tasse sulla casa.
Un cambiamento che agevola i cittadini corretti che hanno immobili regolarmente registrati, il Presidente del Consiglio ha definito la riforma “un’operazione verità”. Questo fa capire che le rendite catastali aggiornate verranno utilizzate per le scelte che saranno fatte in futuro in materia fiscale.
Da tale aggiornamento del valore dell’immobile a livello di rendita, non deriveranno aumenti diretti sulle tasse sulla casa. L’immobile destinato ad essere una prima abitazione non subirà cambiamenti, quindi non verrà applicata una tassa sulla prima casa.
Potranno esserci cambiamenti, invece, sulle tasse di successione immobili e sulle tasse di vendita casa, oltre a tutti quelle azioni che comportano la valutazione della rendita catastale dell’immobile. Ma questo accadrà solo se l’edificio in questione non è già registrato al catasto con la giusta quota di rendita catastale e l’aggiornamento del valore di mercato immobiliare.