Brexit: e se fosse un’opportunità per il mercato immobiliare?
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Dopo lo tsunami provocato dal referendum che ha sancito la vittoria dei sostenitori del “leave” e quindi la Brexit, cioè l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, gli analisti finanziari e gli esperti cercano di delineare i possibili scenari di questa decisione per il mercato immobiliare.
Cercando di non farci influenzare dalla ben oliata macchina del terrorismo mediatico che, in questi giorni, sta lavorando a pieno regime, con gli speculatori internazionali che picchiano duro sulle borse, vogliamo provare ad ipotizzare i possibili effetti della Brexit sul mercato del real estate. La questione è interessante dal momento che, da oltre un trentennio, Londra è il punto di riferimento per gli investimenti immobiliari, sia dai parte degli investitori privati che dei maggiori fondi. Quindi, comunque la si pensi, si prospetta un’estate calda per il mercato immobiliare londinese.
Il caos con cui stanno reagendo i mercati finanziari con la vittoria del “leave”, com’era facile prevedere, sta facendo precipitare la sterlina (il day after la Brexit i listini hanno fatto segnare un -15% contro il dollaro, il maggiore crollo mai registrato in un giorno).
Il mercato immobiliare londinese, come avevamo già visto in un nostro precedente articolo, già questi primi mesi dell’anno era stato caratterizzato da un stallo, a dimostrazione che molti investitori avevano preferito stare alla finestra e attendere l’esito del voto. Chi ha siglato un accordo lo ha fatto spesso salvaguardandosi con la cosiddetta “clausola Brexit”, che significa che il contratto diventa invalido perchè la Gran Bretagna ha scelto di uscire dall’Unione Europea.
L’altra faccia della crisi: l’opportunità
Ma passata la fase di shock, la maggior parte gli analisti sono propensi a vedere in questa crisi un’opportunità: con la sterlina che (almeno nel medio termine) potrebbe continuare a perdere valore, abbinata a un probabile calo dei prezzi immobiliari (l’agenzia di rating Fitch aveva ipotizzato cali fino al 25% in caso di Brexit) investitori privati e fondi potrebbero farsi ingolosire dalla situazione e decidere di non abbandonare il mercato britannico.
Le previsioni, quindi per quanto riguarda gli investimenti dall’estero sono positive per il settore residenziale, che sarà preso di mira da investitori stranieri attratti da un tasso di cambio più favorevole; in particolare, come sempre, sarà il centro di Londra a fare da calamita per gli investitori. Come afferma Naomi Heaton, Ceo di London Central Portfolio:
“Prevediamo che i prezzi saliranno nel mercato prime londinese. Ricordiamoci che solo il 12% di investimenti nel centro di Londra sono fatti da europei. Anche nell’ipotesi improbabile che gli europei fuggissero tutti, ci sarà una coda di investitori americani, asiatici e dal Medio Oriente pronti a sostituirli”.
I timori dei sostenitori del “remain” quindi riguardano in particolare modo i cittadini britannici, che potranno essere soggetti ad un calo del potere d’acquisto e quindi ad un impoverimento. Per quanto concerne il settore immobiliare previsioni negative emergono solo nel comparto terziario (uffici), che soprattutto nella City, potrebbero portare ad un drastico calo della domanda se, come pare, numerose grandi banche e istituti finanziari decideranno di trasferire almeno parte delle loro sedi in altri Paesi europei per restare nel mercato unico.
Nel medio termine quindi difficilmente Londra perderà il suo status di grande centro finanziario quando l’economia si stabilizzerà banche e imprese riscopriranno che le fondamenta economiche della Gran Bretagna sono un po’ più solide di quanto l’isterismo mediatico degli ultimi giorni fa supporre.