Il telefono, un’app per il networking di ogni epoca
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Manca poco più di un mese all’evento di formazione dell’anno che si terrà a Roma il 14 giugno e che vedrà protagonista Matthew Ferrara – esperto di marketing immobiliare e sfere di influenza.
Vi proponiamo dunque un altro articolo tratto dal suo blog; un ottimo spunto di riflessione su uno degli strumenti che gli agenti immobiliari utilizzano di più durante la loro giornata: il telefono.
Siete sicuri che un messaggio su whatsapp sia meglio di una cara vecchia telefonata?
Avere un networking efficace non passa per una tecnologia estrema
Come tre belle telefonate mi hanno ricordato che non solo le app di ultima generazione funzionano bene per il networking.
Di recente mi è capitato di fare tre telefonate che mi hanno ricordato quanto sia bello stare semplicemente seduti a parlare al telefono. Chiamatela se volete “un app vecchio stile”, ma in un’era tempestata di messaggistica istantanea e tweets, il telefono è ancora capace di regalare una meravigliosa esperienza. Una chiamata è come ricevere un biglietto scritto a mano nella cassetta della posta. Il telefono inoltre rappresenta una sfida: rendere la conversazione interessante dipende tutto da noi, non dalla tecnologia.
Un’app per il networking di ogni epoca
È ironico, anche se spesso le connessioni wireless non funzionano, continuiamo a non voler parlare al telefono. (io adoro il telefono sulla mia scrivania, con il suo suono profondo che mi ricorda il telefono color senape che c’era nella mia cucina). Probabilmente il telefono resiste nel tempo perché è capace di trasmettere più che delle semplici parole. Mentre gli strumenti digitali appiattiscono i contenuti, stretti nei loro limiti in caratteri e secondi, parlare dona alla conversazione una qualità ineguagliabile.
Che cosa stupida, potreste pensare, avresti potuto mandare una mail e risparmiare tempo. Vero. Io rispondo a centinaia di email ogni giorno, sparando testi con un dito, perché queste email non mi richiedono grande attenzione quindi basta rispondere con poche righe. Le cose importanti, invece, senza l’energia del dialogo andrebbero perse.
Nella prima chiamata, io e quattro persone abbiamo faticato a trovare il momento giusto in mezzo a decine di impegni della nostra agenda. Certo, ognuno di noi avrebbe potuto dire la sua per email ma quello che poi è successo al telefono è andato oltre: non ci siamo limitati a scambiarci opinioni; abbiamo creato pura magia. Siamo passati da una idea all’altra armonizzando i nostri intenti in tempo reale, come una jazz band. La conversazione si è mossa fluida, con toni alti e bassi, ed è stato esilarante. Via email non avremmo avuto modo di comunicare, sarebbe stato sterile, un altro flag nelle nostre caselle di posta già stracolme. Al telefono abbiamo invece creato ed il risultato è stato davvero un buon lavoro.
La seconda chiamata è stata di una vecchia amica, alla ricerca di qualche soluzione su un problema legato al suo business immobiliare. È stata una conversazione su un tema importante e con diverse sfumature e qualche rischio. Anche se non sono stato pagato per le soluzioni, la chiamata stessa è stata per me remunerativa. L’opportunità di affrontare un grande problema, mettere al servizio di una buona amica la mia esperienza aiutandola è stato produttivo. Non mi serviva la soluzione, ma esserne parte. Se si fosse limitata a mandarmi un messaggio ne sarei stato a malapena toccato, distratto da ogni notifica random ricevuta al momento. Al telefono ho dovuto essere concentrato, connesso. Ho dovuto ascoltare e prendere nota mentalmente. Senza un’app di mezzo, la lavagna è solo nella tua testa. Ed alla fine sono sicuro che ricorderò molto bene ciò che ho imparato, molto meglio di quanto avrei potuto fare se avessi il messaggio salvato da qualche parte.
Ad un certo punto mi sono dovuto fermare per riprendere fiato: avevo scavato un solco nel mio ufficio a furia di camminare avanti e indietro con il telefono nell’orecchio!
Quando abbiamo attaccato ho riflettuto su quanto abbiamo dimenticato del potenziale di una telefonata. Nella fretta di procurarci un pizzico di engagement, abbiamo forse perso di vista cosa rende preziosa una conversazione? Ho pensato a tutte le sfide che la vera comunicazione deve affrontare, in un universo di messaggi frammentati: è molto di più ciò che si interpreta male di ciò che si capisce.
Per carità: sono schiavo del mio smartphone come tutti noi. Ma ultimamente ho iniziato a percepire la mancanza di qualcosa e a quanto pare non sono il solo. Perfino i millenials, creature mitologiche cresciute nell’era digitale, affermano che le telefonate sono importanti: i millenials, al contrario delle vecchie generazioni, fanno 5 telefonate al giorno, e fanno 4 volte più chiamate di quanto si scattino dei selfies (Forbes). Sorprendentemente, 2/3 afferma di preferire il contatto via telefono che via social media, quando si tratta di lavoro. Se valutiamo il fenomeno su più larga scala, circa il 72% di tutte le generazioni si aspettano che le relazioni future perderanno di autenticità a causa della tecnologia.
C’è di più in una buona conversazione della velocità e convenienza
Prendiamo ora in considerazione la terza telefonata, una semplie occasione di socializzare. Nessun problema, niente affari. Giusto qualche aggiornamento: qualche gossip, commiserazione, scherzo e discorsi vari. Semplice e naturale. Ma sarebbe stato altrettanto figo attraverso una videochiamata? Basta accendere la telecamera che scatta l’allarme selfie, capace di far sballare qualsiasi conversazione. Al telefono non ti interessa se c’è una brutta luce o se sei spettinato: tutta l’attenzione è per la persona all’altro capo del filo.
Grazie a queste tre telefonate, la settimana scorsa ho deciso di ripristinare il mio telefono da scrivania. Dopo anni di fragili auricolari, la cornetta mi è sembrata così solida mentre la stringevo tra il mio orecchio e la mia spalla. È stato strano sentire il “bip” del telefono libero quando ho sollevato il ricevitore per chiamare. La prima volta che ha squillato ho sorriso. Quando ho risposto la voce dall’altro lato ha detto “Oh! Non mi aspettavo di trovarti. Ero già pronta a lasciare un messaggio in segreteria.”
“Sono contento che tu abbia chiamato”, ho detto.
“Ti sento benissimo”, ha risposto lei. “la nostra connessione deve essere ottima”
“Già. Lo è davvero…” ho risposto tenendo stretto il telefono.