In ricordo di Zaha Hadid (1950-2016)
“È difficile identificare un ambito in cui Zaha Hadid non abbia impresso il suo marchio in modo indelebile: architettura, arte, yacht, mobili, articoli per la casa, gioielli, calzature, costumi da bagno” così cominciava nell’ottobre 2014 l’articolo sul magazine di Coldwell Banker, Homes & Estates, dedicato all’acclamato architetto, Dame Zaha Hadid, che purtroppo è deceduta il 31 marzo 2016.
Questa affermazione non era un’iperbole. Considerata come il più grande architetto donna nel mondo, ha cambiato l’idea di ciò che il design contemporaneo potrebbe essere. Aveva 65 anni.
“Per tre decenni, si è avventurata dove pochi avrebbero il coraggio” scrisse Sir Peter Cook quando Hadid fu onorata con la Royal Gold Medal nel RIBA 2016 — e fu la prima donna ad ottenere questa prestigiosa onorificenza.
Quando Hadid è stata nominata dal magazine Time tra le “100 persone più influenti” nella classifica del 2010, la stilista Donna Karan ha scritto: “In qualunque modo tu guardi il suo lavoro, Zaha è una visionaria. Il suo stile è ora leggendario e completamente originale. Che si tratti di un edificio o un divano, sai che stai sperimentando un’espressione unica, individuale”.
Nata a Baghdad nel 1950, Hadid ha studiato matematica alla American University di Beirut prima di iniziare il suo percorso architettonico nel 1972 presso l’Architectural Association di Londra.
Nel 1979 stabilì il suo studio Zaha Hadid Architects a Londra guadagnando fama e reputazione in tutto il mondo come capofila della corrente decostruttivista con le sue opera tra cui The Peak a Hong Kong (1983), il Kurfürstendamm di Berlino (1986) e il Cardiff Bay Opera House nel Galles (1994).
È stata la prima donna ad essere insignita del Pritzker Architecture Prize nel 2004; e ha vinto due volte il premio di architettura più prestigioso del Regno Unito, il RIBA Stirling Prize.
Neo-futurista e altamente sperimentale, la sua architettura ha trasformato le nostre nozioni del futuro con nuovi concetti spaziali e forme visionarie. Dal Guangzhou Opera House in Cina alle gallerie intrecciate del MAXXI Arte di Roma all’Aquatics Centre di Londra realizzato per i giochi olimpici 2012, il suo lavoro era spesso caratterizzato da curve aggraziate ispirate alla natura. I suoi edifici, anche oggi, non cessano di stupire ed ispirarci. Il suo contributo all’architettura, ha spostando i confini e ha sfidato lo status quo e per questo resterà indimenticabile ed insostituibile.
Zaha Hadid era un’architetto che faceva parte di quella ristretta cerchia di artisti che non si limitavano a progettare edifici guardando a questo mondo, ma traevano la loro ispirazione da quel mondo immaginario e ideale che soltanto i visionari sono in grado di vedere. Riposa in pace, Zaha Hadid.
(articolo liberamente tradotto da un post del blog Coldwell Banker PreviewsInsideOut)